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Equity Crowdfunding – un nuovo strumento per finanziare la tua impresa!

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L’economia collaborativa (altresì nota come sharing economy), a livello mondiale, sta facendosi sempre più spazio mettendo in discussione modelli consolidati di produzione e consumo. Una delle forme in cui lo spirito collaborativo e partecipativo si sta affermando anche in Italia con maggiore intensità, è rappresentata dal crowdfunding: una nuova forma di finanziamento di progetti ed idee basato sulla grande potenzialità della rete di interconnettere gli individui.

In questo ambito di particolare interesse è l’equity-crowdfunding.

Rispetto alla forma donation (dove un progetto civico o artistico raccoglie denaro sotto forma di liberalità) o reward (nelle quali i proponenti dell’iniziativa offrono un premio o una specifica ricompensa non in denaro in funzione dell’apporto che riceveranno dai sostenitori), l’equity-crowdfunding prevede che il finanziatore ottenga, come contropartita del denaro erogato alla società proponente, una partecipazione al capitale. In sintesi, il crowdfunding è definito “equity-based” quando tramite l’investimento on-line si acquista un vero e proprio titolo di partecipazione in una società: in tal caso in cambio del finanziamento si riceve un complesso di diritti patrimoniali e amministrativi che derivano dalla partecipazione nell’impresa.

Come funziona?

Il proponente, cioè l’imprenditore lancia la raccolta di finanziamento sulla piattaforma online esplicitando le informazioni inerenti al progetto e il relativo traguardo monetario da raggiungere per attuarlo. L’obiettivo di raccolta viene diviso in quote a prezzo fisso e queste vengono offerte agli investitori. Il progetto che raggiunge l’obiettivo di raccolta minimo sarà realizzato nei termini dichiarati e gli investitori otterranno in cambio la partecipazione al capitale sociale; viceversa, verrà restituita l’eventuale somma versata ai legittimi finanziatori. Pertanto, il sostenitore si configura come un azionista che effettua un investimento e acquista una quota della proprietà della società, allo scopo di ottenere dividendi dal capitale posseduto ed eventualmente capital gain dalla vendita della propria quota.

Le principali piattaforme di Crowdfunding

Le principali piattaforme di Crowdfunding le troviamo illustrate in maniera esaustiva al seguente link:

http://italiancrowdfunding.it/le-piattaforme-equity-crowdfunding

Excursus normativo

Negli anni che vanno dall’emanazione della prima normativa per la regolamentazione dell’equity crowdfunding ad oggi, non si sono fatte attendere normative di aggiornamento e integrazione che hanno specificato e innovato aspetti più o meno sostanziali della disciplina.

Il Decreto Crescita 3.0 apre a tutte le PMI l’accesso all’equity crowdfunding.

Il Decreto Crescita 3.0 convertito con legge n° 33 del 24 Marzo 2015 ha inciso con un doppio profilo sulle normative preesistenti. Da una parte ha introdotto la figura delle Piccole e Medie Imprese (P.M.I.) innovative dall’altra, utilizzando una discutibile tecnica normativa, ha modificato il Testo Unico della Finanza. Già questo aspetto segna una netta cesura con la tecnica normativa del Decreto Crescita 2.0 in quanto quest’ultimo, nel prevedere la definizione di startup innovativa, lasciava intatto il TUF mentre la definizione di P.M.I è stata inserita direttamente nel Testo Unico della Finanza.

La legge di Stabilità 2017

Arriviamo infine alle ultime novità normative che entrate in vigore dal 1 gennaio 2017, ovvero quelle introdotte con la Legge 11 dicembre 2016, n. 232 recante il “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019”.

All’art. 1 comma 70 della Legge di Stabilità 2017, troviamo una modifica all’attuale disciplina della “Raccolta dei capitali di rischio da parte di startup innovative tramite portali on-line”. Nello specifico il comma contiene 3 modifiche al TUF per permettere a tutte le PMI di accedere alle piattaforme di equity crowdfunding, privilegio finora esclusivo delle PMI innovative. Sostanzialmente si è provveduto a modificare la definizione di “portale per la raccolta di capitali per le PMI”; adattare la rubrica del capo III-quater del titolo III della parte II del TUF alla “Gestione di portali per la raccolta di capitali per le PMI”; innovare il relativo articolo 50-quinquies sostituendo alla precedente definizione congiunta di società quella più generica alle “PMI”. Il comma 70 modifica il testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria (TUF), di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, estendendo a tutte le piccole e medie imprese l’operatività della disciplina dei portali online per la raccolta di capitali.

La possibilità che viene data ad una start-up o una PMI di presentarsi ad un vasto pubblico di potenziali investitori e raccogliere le risorse finanziarie necessarie per la realizzazione del piano industriale, è un cambio di paradigma nella fase d’avvio e di sviluppo di un’impresa.

Secondo i metodi tradizionali, chi avvia una start-up ed ha necessità di reperire risorse finanziarie, in mancanza di congrue garanzie, si scontra con le difficoltà di accesso al credito bancario. Neppure l’ottenimento di contributi pubblici/finanziamenti agevolati avvolte è di ausilio.

Tramite l’utilizzo di questo strumento, chi ha avviato una start-up, se in possesso di un’idea innovativa convincente e di un team adeguato, può cercare di superare queste difficoltà, proponendo al pubblico la condivisione dei successi attesi attraverso la partecipazione al capitale.

FONTI: CONSOB http://www.consob.it/

ITALIANCROWDFUNDING: http://italiancrowdfunding.it/


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