Grazie a Whatsapp persone dei diversi paesi, possono comunicare e scambiarsi video, foto e messaggi vocali con una semplice connessione ad internet sul proprio telefonino, ma non tutti quelli che lo utilizzano conoscono gli aspetti legali e le norme accettate.
Siti terzi
Whatsapp si solleva da qualsiasi responsabilità inerente i link a siti di terze parti trasmessi per il suo tramite: che rimangono quindi ad esclusiva responsabilità dell’utente.
Limiti all’utilizzo del servizio
L’app può essere utilizzata solo per fini personali, non può essere, quindi, pubblicato o trasferito, copiato o distribuito né si può tentare di decodificarne, alterarne o modificarne qualsiasi parte.
Impegno degli utenti
Whatsapp richiede inoltre una serie di impegni agli utenti tecnicamente abili, ovvero, di non utilizzare sistemi automatizzati finalizzati ad inviare più messaggi di richiesta ai server o quello di evitare di tentare di decodificare il sistema o i protocolli. A tutti gli utenti è poi richiesto di non raccogliere informazioni personali di terzi (compreso il numero di telefono) dal servizio, né di utilizzare i sistemi di comunicazione che questo offre per scopi di sollecitazione commerciale o di spam.
Diritti di proprietà intellettuale
In materia di proprietà intellettuale, nelle proprie condizioni d’uso Whatsapp chiarisce espressamente che il design del servizio, il testo creato, gli script, la grafica, le funzioni interattive e simili (con qualche eccezione), i marchi e i loghi in esso contenuti, sono di proprietà dell’applicazione o le sono stati concessi in licenza.
Per quanto riguarda gli status degli utenti, si ricorda che questi ultimi sono gli unici responsabili del loro contenuto, tanto che WhatsApp non rilascia alcuna garanzia in merito ad essi. Ogni utente, quindi, deve necessariamente disporre di eventuali licenze, diritti, consensi, autorizzazioni per l’utilizzo di Whatsapp.
Il problema viene in particolar modo in rilievo con riferimento al nome o alle immagini utilizzate nello stato: se si riferiscono a soggetti terzi, se ne deve aver prima acquisito il consenso o, comunque, il permesso.
Contenuti non ammessi
Particolarmente interessante è l’impegno richiesto da Whatsapp ai propri utenti di astenersi dal compiere determinate attività per il tramite del servizio messo loro a disposizione.
In particolare non è possibile inviare materiale protetto da copyright, da segreto commerciale o comunque appartenente a soggetti tutelati da diritti di proprietà.
Nel caso in cui sia violato il diritto d’autore di terzi o altri diritti di proprietà intellettuale, Whatsapp rimuoverà per quanto possibile i relativi invii e status. A tal proposito nelle condizioni di servizio è espressamente definito il percorso da intraprendere nel caso in cui si ritenga che sia stato leso un proprio diritto di tal genere.
Nelle condizioni d’uso è poi chiarito che non è possibile pubblicare falsità che potrebbero danneggiare il servizio o terzi e che non è possibile inviare tramite Whatsapp contenuti illegali in quanto osceni, diffamatori, offensivi, minacciosi, denigratori, razzisti e così via.
Per il tramite di tale applicazione non è inoltre possibile pubblicare pubblicità o sollecitare determinate attività, fingere di essere un’altra persona, inviare o archiviare materiale contenente virus, worm o altri codici, file, script o programmi dannosi, interferire o interrompere l’integrità del servizio o la sua prestazione e i dati in esso contenuti e tentare di accedere al servizio in maniera non autorizzata.
Tutti i contenuti per adulti devono infine essere identificati come tali.
Limitazioni di responsabilità
In maniera molto chiara, Whatsapp dedica una parte delle sue condizioni d’uso a sottolineare le proprie limitazioni di responsabilità.
In particolare nessuna responsabilità è assunta dal servizio per qualsiasi errore o imprecisione dei contenuti con esso trasmessi, per eventuali lesioni personali o patrimoniali conseguenti l’accesso e l’utilizzo del servizio stesso, per eventuali accessi o utilizzi non autorizzati dei suoi server e per tutte le informazioni personali salvate.
Non si ha alcuna responsabilità neanche in caso di interruzione o cessazione del servizio, trasmissione di bug, virus e simili, eventuali errori o omissioni di contenuto, perdite o danni di qualsiasi tipo.
Chi può utilizzare Whatsapp?
Ma l’aspetto forse più importante che emerge dai termini di servizio è che Whatsapp può essere utilizzato solo dai maggiori di 16 anni di età.
Peraltro esso non può essere utilizzato in paesi soggetti a embargo statunitense, che sono stati designati dagli USA come “supporter” del terrorismo o che comunque risultano in qualche particolare elenco tenuto dagli Stati Uniti.
Paesi terzi rispetto agli Stati Uniti
In generale il servizio di Whatsapp è offerto e controllato dagli Stati Uniti d’America.
Fatte salve le limitazioni di responsabilità, quindi, la legge applicabile per eventuali illeciti commessi per il suo tramite è quella del paese ospitante.
Ciò vuol dire che in Italia singoli comportamenti vietati, commessi per il tramite di Whatsapp, saranno comunque sanzionati anche se non lo sono negli USA.
Comportamenti sanzionabili
Ma quali comportamenti che possono essere posti in essere mediante Whatsapp sono sanzionabili?
La risposta, anche alla luce dell’esenzione da responsabilità, è semplice: tutti quelli che possono essere commessi con normali mezzi di comunicazione.
In generale si può dure che è vietato (e il servizio lo dice espressamente) l’invio di messaggi e contenuti di natura razzista, offensiva, pornografica, minacciosa, diffamatoria o comunque illegale.
Privacy
Per quanto riguarda la privacy, infine, con Whatsapp si può stare abbastanza tranquilli, specie negli ultimi tempi.
Il sistema ha infatti recentemente introdotto la tecnologia di crittografia “end-to-end”.
Essa in sostanza fa sì che i contenuti relativi a qualsiasi tipo di scambio avvenuto su Whatsapp siano visibili solo al loro mittente e al loro destinatario. Ne restano esclusi i Governi, gli hacker, le forze dell’ordine e Whatsapp stesso.
Fonte: Whatsapp: gli aspetti legali che tutti dovrebbero conoscere
(www.StudioCataldi.it)