Con la circolare n. 68/2016, l’INPS interviene sul lavoro accessorio, comunicando che a partire dal 2 maggio non sarà più possibile acquistare voucher telematici mediante F24 con la causale LACC ma esclusivamente con il modello “F24 Versamenti con elementi identificativi” (ELIDE), pertanto non potranno più essere oggetto di compensazione con i crediti del contribuente.
Tenuto conto di tale novità, i voucher potranno essere acquistati:
- utilizzando il modello “F24 Versamenti con elementi identificativi;
- tramite versamento sul conto corrente postale 89778229 intestato a “INPS DG LAVORO ACCESSORIO”, il cui importo deve necessariamente essere un multiplo di 10;
- tramite pagamento on line collegandosi al sito www.inps.it, nella sezione Servizi OnLine/Portale dei pagamenti.
Si ricorda che il lavoro accessorio è stato introdotto nel nostro ordinamento con il DLgs.276/2003, con la finalità di far emergere aree di lavoro sommerso e al contempo favorire l’inclusione sociale e lavorativa di soggetti ritenuti svantaggiati (studenti, pensionati, lavoratori extracomunitari, ecc.).
Con l’intervento più recente, ossia l’art. 48 e ss. del DLgs. 81/2015 (attuativo del Jobs Act), il legislatore ha individuato come limite generale di utilizzo di tale tipologia contrattuale il limite annuo dei compensi, fissato in 7.000 euro (2.000 euro per le attività lavorative svolte a favore di ciascun committente), e introdotto il divieto del ricorso a prestazioni di lavoro accessorio nell’ambito dell’esecuzione di appalti di opere o servizi.
Il Ministero del Lavoro ha recentemente comunicato anche, un prossimo decreto correttivi al Jobs Act (L. 183/2014), dovrebbe contenere misure restrittive circa il loro utilizzo nonché modalità di controllo analoghe a quelle già in essere per il lavoro intermittente, con la finalità di renderli pienamente tracciabili. In pratica, secondo quanto anticipato dal Ministero, le imprese dovranno comunicare preventivamente, in modalità telematica, il nominativo e il codice fiscale del lavoratore per il quale verranno utilizzati, insieme con l’indicazione precisa della data e del luogo in cui svolgerà la prestazione lavorativa e della sua durata.
L’obiettivo è evidentemente quello di contrastare l’utilizzo illegale ed elusivo dei voucher, emerso a seguito dello svolgimento di attività ispettiva condotta dallo stesso Ministero, che conferma come le violazioni più ricorrenti siano rappresentate dall’utilizzo del lavoratore per più ore o più giornate rispetto a quelle dichiarate oppure dal pagamento della retribuzione in parte attraverso buoni lavoro e in parte “in nero”.