Lavoro irregolare: i chiarimenti della Corte Costituzionale sul sistema sanzionatorio.
Chiarimenti in merito al sistema sanzionatorio in caso di lavoro irregolare sono arrivati dalla Corte Costituzionale con l’ordinanza n. 12/2015 avente come oggetto “Lavoro – Impiego di lavoratori irregolari – Sanzione amministrativa aggiuntiva, irrogabile dall’Agenzia delle entrate – Quantificazione in base al costo del lavoro di ciascun lavoratore nel periodo compreso tra l’inizio dell’anno e la data di constatazione della violazione – Conseguente collegamento dell’importo della sanzione al giorno dell’anno in cui avviene l’accertamento, anziché all’effettiva durata della condotta antigiuridica del trasgressore” con Dispositivo “restituzione atti – jus superveniens”.
Più in particolare la Corte Costituzionale si è pronunciata sulla legittimità del sistema sanzionatorio del lavoro irregolare stabilendo che non vi sono vizi di costituzionalità nella norma che prevede che il datore di lavoro che impieghi lavoratori non risultanti dalle scritture o da altra documentazione obbligatoria sia punito con una sanzione amministrativa pecuniaria.
Sanzioni
Sanzioni che consistono in una somma che va da 1.500 euro a 12.000 euro per ciascun lavoratore, maggiorata di euro 150 per ciascuna giornata di lavoro eccessivo. In caso in cui il lavoratore risulti regolarmente occupato per un periodo lavorativo successivo, l’importo della sanzione va da 1.000 euro a 8.000 euro per ciascun lavoratore irregolare, maggiorato di 30 euro per ciascuna giornata di lavoro irregolare. A seguito della pronuncia della Corte Costituzionale tali sanzioni pecuniarie risultano ora in vigore ed esenti dai vizi di costituzionalità che avevano gravato sulle precedenti versioni della norma. (Fonte: Ordinanza della Corte Costituzionale).